Marco Antonelli – Cesanese di Olevano Romano DOC Riserva “Kósmos” 2015

Giungo da una cocente delusione. Un vino, acquistato tempo fa con entusiasmo, mi ha lasciato piuttosto interdetto: si è rivelato un infuso di rovere, stancante, per nulla piacevole. Ovviamente non dirò mai il nome del vino e della cantina, non sono qui per parlar male di nessuno. Tuttavia dovevo riprendermi dallo sconforto vissuto. Ho rivolto lo sguardo verso un amico sicuro. Il conforto è stato anche maggiore di quanto aspettato. Perché già sapevo che questo vino fosse buono ma, diamine, è buono vero!
Torniamo ad assumere una minima parvenza di professionalità (mai richiesta da nessuno, tra l’altro). Già avevo parlato di Marco Antonelli lo scorso agosto, esprimendo la mia ammirazione per il suo lavoro su questo straordinario vitigno che è il Cesanese. Avevo concluso buttando lì uno spunto sui profumi del Kósmos, con la promessa di parlarne al momento della stappatura. Ebbene, eccoci qua. 
L’uva del Kósmos nasce sul monte Scalambra, vigneto della Morra Rossa, 450 metri s.l.m. Vigneto gestito in regime più che biologico (è in arrivo per Marco Antonelli la certificazione ufficiale), pochi trattamenti con zolfo e solo se si è in odore di oidio, altrimenti è tutto nelle mani della natura. Le vigne hanno tra i 50 e gli 80 anni, ben salde sul terreno ricco di scheletro e composto da marne argillose e calcare, con una resa per ettaro sotto i 20 q. Tutte prerogative adatte ad un vino di qualità. Vino che si ottiene tramite fermentazione spontanea, 12 mesi in acciaio, 18 mesi in botte grande e almeno 6 mesi in bottiglia (ma potete lascarcelo anche degli anni; ha una longevità potenziale di tutto rispetto)


L’assaggio del vino conferma tutte le più rosee aspettative. Rosso rubino che vira appena al granato sul bordo del liquido, il Kósmos ha un corredo olfattivo di splendida complessità. Alla prima annusata si percepiscono, perfettamente in armonia tra loro, frutta, spezie, fiori e balsamicità. Emergono nettamente amarena, mora e ribes, pepe nero, cardamomo e mirto, viola appassita ed eucalipto. Successivamente si aggiungono leggere note di cuoio e di asfalto, supportate da un altrettanto leggero sentore di terra bagnata. Il sorso è deciso e, al contempo, di grande finezza, con un’esplosione di sapore a riempire il cavo orale. Istantaneamente si apprezzano le durezze, sotto forma di un tannino vellutato e di una buona freschezza, segno che questo vino può maturare ulteriormente, per poi avvertire la morbidezza a riportare tutto in equilibrio. La persistenza del Kósmos è eccezionale, con gli aromi di bocca a richiamare con coerenza le note fruttate e speziate già percepite al naso. 
Mi espongo volentieri: per me è un vino imprescindibile, da avere sempre a disposizione in cantina pronto all’uso.


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