Marco Antonelli, viticoltore in Olevano Romano

Non ero mai stato ad Olevano Romano prima. Male. Per fortuna ci pensa il vino ad arricchire la mia cultura geografica. Olevano Romano se ne sta bello arroccato sui Monti Ernici, tra ripidi pendii e panorami difficilmente descrivibili. 
Olevano Romano ha anche una tradizione vitivinicola secolare, in quei posti si è sempre fatto vino. Vino che Roma gradiva molto e che richiedeva in grandi quantità. Quantità che crescevano anno dopo anno, di pari passo con gli ettari vitati. Andò bene fino a quando la richiesta del vino “bòno e dòrce” di Olevano non crollò. Si cercava vino di maggiore qualità e complessità e Roma, invece di esigerne dal territorio laziale, si rivolgeva altrove. Così, a partire dagli anni ’80, le vigne vennero via via espiantate o direttamente abbandonate. Questo quadretto non molto allegro me lo ha raccontato Marco Antonelli, orgoglioso viticoltore in Olevano Romano. Dalla sua terrazza mi ha indicato i terreni dove prima c’erano viti di Cesanese, vitigno imperante della zona, ed ora c’è solo sterpaglia. Oggi per fortuna la situazione è sensibilmente diversa, grazie all’opera di viticoltori come lui con una precisa idea in mente: il Cesanese in questi luoghi si esprime in maniera commovente, lavoriamolo come si deve; magari avremo poche bottiglie ma saranno di qualità eccellente.
Marco Antonelli nella Vigna di Morra Rossa
Marco e Bianca hanno cominciato a fare sul serio dal 2007, con circa tre ettari di terreno a disposizione, diviso in due zone distinte. La prima zona è Colle Amici, a 300 m di altitudine, un ettaro di viti di Cesanese piantate proprio di fronte casa. Il terreno è tufaceo, dolce lascito dell’attività del Vulcano Laziale. Qui nascono i vini Cesanese di Olevano Romano DOC Superiore “Il Fresco” (quando l’annata è, appunto, fresca) e “Tyto” (quando invece l’annata è più calda). La seconda zona è la Morra Rossa, a 450 m di altitudine, sul versante sud-occidentale del Monte Scalambra. Marco reputa lo Scalambra il vero territorio vocato per il Cesanese, con un terreno composto da marne argillose e calcare e ricco di scheletro. Osservando la mappa si nota che lo Scalambra è equamente ripartito tra i territori di Olevano Romano, Affile e Piglio; non sarà un caso che le tre denominazioni del Cesanese  provengano da questi tre comuni. Sulla Morra Rossa Marco e Bianca curano viti di Cesanese di età tra i 50 e gli 80 anni, disordinatamente intercalate da viti a bacca bianca (Malvasia, Trebbiano e Ottonese, dalle quali nasce il vino “Le Nuvole”). 


Il sistema di potatura delle viti? Ah boh! Sono venute su in questo modo, le si asseconda e basta. Il diserbo è rigorosamente manuale, effettuati quest’anno solo 4 trattamenti con zolfo contro l’oidio: il massimo rispetto della natura è questione fondamentale. La resa delle uve, da cui nasce il vino di punta, il Cesanese di Olevano Romano DOC Riserva “Kòsmos”, è tra i 18 e i 20 quintali per ettaro. Logico fantasticare sui profumi del Kòsmos con una resa così bassa; tranquilli, quando lo stapperò vi racconterò.
La giornata passata con Marco e Bianca mi ha dato modo di conoscere due persone straordinariamente gentili, che hanno accolto questo tizio strano e fin troppo curioso con il calore che si riserva agli amici. Ed è evidente come siano animati entrambi da grande passione. Amano la natura, amano il Cesanese ed amano alla follia il loro territorio. Amano parlare del loro territorio, vogliono far sì che si conosca e che cresca sempre più. Il tramite è la loro gamma di vini Cesanese di Olevano Romano DOC, un gran bel biglietto da visita.
I vini di Marco Antonelli (Special guests: Cirsium e Silene di Damiano Ciolli)


1 commento: