Un affaccio, un rosso e un pét-nat


Tre mesi di assenza; me ne dolgo ma tant’è. Tre mesi in cui non si è neanche bevuto molto. A dirla tutta, c’è stato ben poco a cui brindare, e con ben pochi. Sono tappe della vita, dicono: derive naturali di rapporti e becera sfortuna, anche piuttosto cattiva. Ma si va avanti, bisogna farlo. Questa paginetta non deve diventare un angolo del dolore e della rabbia anche se, come intuirete, ce ne sono a scatoloni.


Parliamo di vino, dunque: se ne è bevuto poco, dicevo. “Vabbè, e allora di che ci parli? Di freccette?”. Calma, seppur poco qualcosa sotto l’ugola è scorso, qualcosa anche di piacevole. 



 

Prima fu la volta di un Rosso di Montalcino di Fattoria dei Barbi, A. D. (Annata Divendemmia) 2019. Leggero ma non lieve, limpido e, per ultimare la sequela di aggettivi in L, levigato. Piacevole da bere, non cerebrale, ma ciò non significhi banale e scontato. È un vino che siede a tavola come commensale e non a capotavola: magari è uno di quelli tipi che segue attento i discorsi, annuisce e ogni tanto interviene suscitando consensi. Sì, antropomorfizzo i vini, è vezzo enoico.

 

Cosa di pochi giorni fa invece è la bevuta (non la degustazione: la bevuta) del Bolle di Grotta 2021 de La Torretta, un trebbiano pét-nat prodotto in quel di Grottaferrata, (lo dico, lo dico, lo dico) nella splendida cornice (l’ho detto) dei Castelli Romani. Ma questo è per fare il buffone: in realtà l’azienda ha un affaccio sconvolgente che spazia dal Tirreno a Roma, e beati Riccardo Magno e famiglia, i bravi vignaioli de La Torretta, che si godono quei tramonti ogni giorno. Il vino? Naturale, certificato biodinamico, le avrebbe tutte le caratteristiche del vino “sì… buono, per carità… ma ha qualcosa che stona”. Sfortunatamente, alla Torretta son reazionari: fanno vini praticamente esenti da difetti. Questo trebbiano, finemente torbido e giallo luminoso, è un trionfo di fiori e frutta a pomo. Nessuna scodata acetica, nessun souris. Si finisce in un amen, specialmente accanto a una pizza. Ahinoi, la produzione è lillipuziana e predilige l’export. Dovrete andare a caccia, ma ne vale la pena.

A presto. Forse. Chissà.