Bichat Fréres – Beaujolais AOC Nouveau 2020

Sì, ho comprato un vino novello. Sì, ho fiondato fuori dal portafoglio 6 ricchi € per diventare proprietario di un Beaujolais Nouveau. E sì, l'ho comprato al supermercato. Credo di avervi fatto inorridire a sufficienza, ci tenevo molto.

Il novello viene accolto da tutti con fischi di biasimo, ma in fondo è solo un vino diverso. Certo, un'azienda non si sognerebbe mai di spedire le migliori uve a fare bagni di CO2 per produrre un vino che dovrà essere consumato prima che tornino le rondini;  però resta sempre una tipologia di vino che esiste e che prima di denigrare bisogna perlomeno conoscere. Per farlo non conviene mai affidarsi al nostro Paese, vi spiego il perché: la legge stabilisce che il vino novello italiano può essere prodotto con almeno il 40% delle uve sottoposte a macerazione carbonica. Questo significa che per un restante 60% si può utilizzare vino prodotto in maniera tradizionale, o anche vino di annate precedenti. Molto sinceramente: non mi va di spendere del denaro per dare una mano a svuotare la cantina di qualche azienda. Il Beaujolais nouveau invece può essere prodotto solo con uve gamay e totalmente sottoposte a macerazione carbonica. In questo modo ci si può fare un'idea di come questa diversa tecnica enologica agisca sull'uva e, quindi, sul vino risultante.

https://enofylzwineblog.com/2014/07/25/wwd-carbonic-maceration/

A questo punto i bimbi si chiederanno “ma che cos'è la macerazione carbonica”? Lezioncina del Catcher? Lezioncina del Catcher: la macerazione carbonica consiste nel porre l'uva intera in un contenitore a tenuta stagna, chiuderlo a modino e saturarlo di anidride carbonica. La CO2 allarga le maglie delle cellule della buccia ed aumenta la sua permeabilità, facendo diffondere all'interno dell'acino pigmenti colorati, enzimi e i lieviti sparsi sulla superficie esterna. Questa breccia di Porta Pia fa sì che i lieviti/bersaglieri comincino a gozzovigliare, convertendo un po' di zuccheri in alcol. Ma siamo in assenza di ossigeno ed il metabolismo intracellulare diventa di tipo anaerobico. E chi la fornisce l'energia richiesta per andare avanti? Beh, c'è tanto di quell'acido malico in un acino d'uva che sarebbe un peccato non approfittarne. Ed ecco che la quota acida diminuisce man mano che la macerazione carbonica si protrae nel tempo. Altro particolare è che in tali condizioni si sviluppa molta glicerina, oltre ad aromi particolari tipici di questo processo: uno su tutti è il cinnamato di etile, una molecola dal profumo di fragole e lamponi. La macerazione carbonica può durare fino a 20 giorni, dopo di che l'uva viene pigiata e fatta fermentare alla maniera usuale. 

In conclusione ci ritroviamo fra le mani un vino che ha bassa acidità, grande morbidezza, tannino praticamente nullo e un'incredibile bouquet fruttato. Andiamo nel calice.

 


Il Beaujolais Nouveau di Bichat Fréres è un panneggio vescovile (non ve l'aspettavate questa, eh?): un bel porpora/violaceo trasparente, prevedibile per un vino di appena 2/3 mesi. 

Il naso è una macedonia in chiave bambinesca: fragole a rotta di collo, banana, aroma di Big Babol (sic) una punta di cannella e note di maraschino. Ok, i bambini non dovrebbero bere superalcolici, ma diciamo che il nostro è un monello ed ha approfittato di un momento di distrazione del parentame per dare brio alla sua razione di frutta giornaliera seguendo l'esempio dei nonni (se non avete mai provato l'ananas al maraschino non potete dire di aver vissuto veramente). Tutto ciò è circondato da un alone di sentore vinoso, dote di gioventù del vino.

La bocca… gne. Gne. Freschezza minima, morbida, un minimo di sapidità, tannino assente, però intensità moderata e di scarsa durata. Lo so, non è un Monfortino ed è da pazzi fare paragoni tra diversi sport, ma in sintesi estrema mi è mancato l'appagamento alla fine del sorso. Per carità, è un vino ben eseguito, semplice (che non è un difetto) e anche piacevole da bere, ma dopo la deglutizione mi svanisce troppo rapidamente e quel che resta non mi dà piena soddisfazione. Sono consapevole che questo mio duro giudizio toglierà il sonno ai fratelli Bichat.

 

Chi volesse operare un paragone tra il Beaujolais Nouveau e un Beaujolais tradizionale può cliccare qui.

 

 

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