La Tunella – Friuli Colli Orientali Refosco dal Peduncolo Rosso DOC 2018

Lo so, lo so cosa state pensando. In effetti chiunque, sentendo per la prima volta il nome particolare di quest’uva, si sofferma su quella caratteristica peculiare: ‘peduncolo rosso’. Si può immaginare quest’uva come un coleottero travestito; si può essere portati a considerare che abbia tanta materia colorante da tingere il peduncolo e, se lasciato fare, anche il raspo, la pianta e tutta la provincia di Udine; c’è chi addirittura arriva a pensare che il nome glie lo abbiano affibbiato dei nostalgici leninisti, sognando il giorno in cui, spalleggiati da quest’uva, si rivolteranno contro i padroni al grido “trionfi l’enologia proletaria!”. Purtroppo la realtà è assai più banale della fantasia e questa tipologia di vitigno è chiamata così soltanto per la colorazione del peduncolo, effettivamente rossa quando l’uva è giunta a piena maturazione. Tutto qui.

Siete delusi? Non dovreste. Il Refosco è un vitigno bello arzillo, per nulla parco di qualità: possiede una seria quantità di profumi, una degna acidità e tannino in giusta dose. Il suo problema è che è ancora poco bevuto al di fuori del Friuli. Ok, abbiamo più vitigni autoctoni in Italia che il resto del mondo raggruppato. Però, se mai vi venisse in mente di fare una gita in enoteca, alla ricerca della rarità con cui fare i fighi a cena con gli amici, potreste agilmente indirizzarvi verso un Refosco. Oppure potete comprarvi il Sironi di Tony Brando. Ma è meglio il Refosco, fidatevi.

 

Il Refosco della cantina La Tunella mostra una gran compattezza di colore nel calice, un rosso rubino screziato di riflessi violacei. 

Il naso di questo vino è bello complesso e della giusta intensità. Non arriva come un uppercut e porta con sé uno zainetto di sentori. Si parte con tanta frutta nera, bella matura: mora e ribes nero. Balsamico ad alti livelli, si apprezzano i sentori lasciati dai 4 mesi di affinamento in barrique (vaniglia e cocco), perfettamente integrati questi nell’articolata trama olfattiva (chiedo perdono, ho ingoiato la Treccani). Emergono con il tempo un intenso profumo di glicine, sentori di sottobosco, tabacco dolce e un potente incenso, con un sorprendente sentore di panforte (agrumi canditi, pepe nero e spezie dolci). Anche i giorni successivi alla stappatura il profumo di questo vino non ha perso di complessità. Veramente piacevole.

In bocca il vino sa come far miagolare un leone. L’ingresso è pseudo-abboccato, ma dà spazio dopo pochissimo a una media freschezza, una considerevole sapidità e un’apprezzabile morbidezza finale, con un tannino molto ridimensionato. L’intensità di gusto di questo Refosco è eccezionale e la persistenza è di tutto rispetto, con un lungo finale di bocca che ondeggia tra ricordi di cocco e di liquirizia. 

Sono rimasto molto colpito da questo vino e da quest’uva, ma ormai sono quasi abituato alla qualità che accompagna le bottiglie provenienti dal Friuli, dalla Venezia e anche dalla Giulia.  

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