“Questo vino mi ricorda…”, una questione di comparazione tra vino e cultura personale.

Ho vari problemi. Uno di questi è il limite che è oggettivamente devo porre tra il vino e i miei altri interessi. Tenterò di spiegarmi.
Chiunque scriva di vino attinge alla propria cultura personale, alle proprie altre passioni, per raccontare più profondamente, attraverso paragoni e similitudini, l’esperienza di un assaggio o la storia di una cantina o di un vignaiolo. E ci sono dei mostri che scrivono di vino e che è un vero piacere leggere, poiché forniscono un tale apporto di cultura che alla fine il vino risulta paradossalmente la parte meno stimolante del racconto. Persone che realmente conoscono la storia di Roma o la mitologia greca, il dolce stil novo o l’aeropittura futurista, l’architettura gotica o lanovelle vague. Certo, ci sono anche tanti altri personaggi risibili, che sfruttano il vino per parlare, indirettamente e non, solo di loro stessi, facendo sfoggio non di cultura ma di saccenteria (che bello l’effetto dei social su molti 50/60enni…). Ma di loro non ci occuperemo qui ed ora; magari non mancherà occasione in futuro per scatenare il mio biasimo.


Dunque, ricollegandomi al mio problema, io annovero tra le mie passioni lo sport, la musica, la storia, la chimica (e solo per questo sarei passibile di due anni di carcere ogni volta che entro in un’azienda biodinamica), ma soprattutto la cronaca nera. Ora, ci riuscireste voi a comparare l’assaggio di un vino al massacro compiuto da Rina Fort nel 1946 o al sequestro del giudice Sossi da parte delle BR? Vi immaginate: “questo Mosel Riesling del 1997 ha una così forte connotazione olfattiva di idrocarburi e pietra focaia da ricordare gli scontri avvenuti a Piazza Gioacchino Belli il 12 maggio 1977, quando fu uccisa Giorgiana Masi”. La capite la mia difficoltà? Devo impegnarmi molto per trovare paragoni attraenti e sensati, che io possieda realmente e che non allontanino il lettore (volutamente declinato al singolare). Un parallelo tra un vignaiolo e un campione dello sport è facile (anche se i ‘nobili’ disquisitori guardano con sdegno lo sport accostato al vino), così come accostare vino e musica. Già con la storia si rischia di diventare pesanti, mentre con la chimica il fascino della narrazione crolla del tutto. Con la cronaca nera l’abbinamento è oggettivamente inaccettabile, tipo un vino gustato con un’insalata di carciofi crudi condita con succo di limone. 

E voi avete qualche passione che cozza visibilmente accostandola al vino? Che ne so, una passione per le macchine agricole, la termoidraulica, la riflessologia plantare, il minigolf, le canzoni dei dARI, ecc.

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