Azienda Agricola Vinica – Terre degli Osci IGT Riesling “Lame del Sorbo” 2017

Se si leggesse solo superficialmente il titolo di un libro, grande sarebbe il rischio di finire fuori strada. “Dieci piccoli indiani” potrebbe sembrare una fiaba per bambini, “Uno studio in rosa” un libro sull’emancipazione femminile, il vino in questione un classico Riesling italiano del nord… un momento, osserviamo per bene: il ‘sorbo’ è un albero che vegeta soprattutto nel mezzogiorno d’Italia. E già questo è un indizio. La denominazione poi parla di ‘Terre degli Osci’. E chi mai saranno questi Osci? Gli Osci furono un’antica popolazione indoeuropea che abitava il meridione d’Italia. Vennero poi inglobati dai Sanniti i quali, prima di subire la colonizzazione ad opera dei Romani, si tolsero la soddisfazione di comminare a questi ultimi una epocale bastonata alle Forche Caudine. Ebbene sì, questo Riesling Renano viene coltivato al sud, in quella regione che ancora oggi scatena cervellotici dibattiti sulla sua reale esistenza: il Molise. 
Vinica è un’azienda agricola molisana a conduzione biologica, 22 ettari vitati disposti al centro della regione, tra i 650 e i 750 m d’altitudine. L’azienda è poliedrica, con una moltitudine di vitigni messi a dimora: Tintilia, Sangiovese, Merlot, Aglianico, Pinot Nero, Riesling Renano, Sauvignon Blanc, Trebbiano e Moscato. Notevole il lavoro sulla Tintilia, che viene proposta in più versioni, tutte connotate da grande facilità di beva e pregevole longevità. Tuttavia oggi qui non si parla di Tintilia (non ancora, quantomeno), ma dell’uva a bacca bianca che sta alla longevità come la salamella sta ai fumetti di Jacovitti.


Banale ma necessaria premessa: non siamo sulle rive della Mosella, con quel meraviglioso suolo di ardesia; siamo 1500 km più a sud, terreno marnoso e calcareo, clima mediterraneo, al netto dell’altitudine. È quanto mai ovvio che cercare qui la finezza e la leggiadria dei Riesling tedeschi vuol dire perdere tempo. Quindi sto dicendo che questo vino non è buono? Tutt’altro, il Riesling “Lame del Sorbo” è molto buono. Dobbiamo solo relativizzare la posizione delle vigne, in modo da capire ed apprezzare le diverse sfumature di questo Riesling rispetto ai cugini teutonici. Perché il vino, realizzato solo tramite fermentazione rigorosamente spontanea e affinamento in acciaio, a mio modesto parere è fatto molto bene. 


Di un bel giallo dorato nel calice, il naso rimanda chiaramente ad un Riesling: si apprezza il classico ‘odore di canotto’. Certo, un paio di anni sono assai pochi per un Riesling, ma già danno modo a questo vino di esprimere un qualche cenno evolutivo. Si nota inoltre una mineralità pirica, cenere di camino, su cui insistono note di ananas, frutto della passione e una bella cesta di agrumi. Notevoli anche i profumi di ginestra, di fieno, di timo e di salvia. Anche solo leggendolo, il pattern olfattivo rimanda già ad un clima mediterraneo, introvabile in Germania. In bocca il vino è bello fresco e con una persistenza gusto-olfattiva deliziosa e lunghissima. Lo so, a volte uso degli orribili tecnicismi: ‘bello fresco’ vuol dire che si gode in modo distinto del contributo dato dall’acidità fissa ancora presente nel liquido, acidità già di per sé elevata stante la tipologia di uva. Attenzione, la bocca è sì bella fresca, ma non è tagliente, non porta alla contrazione dei muscoli masticatori. Data la tipologia di vitigno, si è già vicini ad un buon equilibrio gustativo, fermo restando che altri anni di affinamento avrebbero completato mirabilmente l’opera. Ahimè, questa volta più che la pazienza poté la sete.

Nessun commento:

Posta un commento