Cantina del Barone – Campania Fiano IGP “Particella 928” 2018

La Cantina del Barone si trova a Cesinali (AV), nel cuore dell'Irpinia. 'Del Barone' perché quella tenuta apparteneva anticamente proprio a un barone napoletano (niente colpi di scena alla Quentin Tarantino). Poi nel 1998 fu acquistata da Antonio Sarno ed oggi è il figlio Luigi saldamente al timone del vascello.

Nella Cantina del Barone si coltiva e vinifica il fiano. Stop. Punto. I Sarno sono andati all in con questo vitigno, confidando ciecamente nelle sue caratteristiche. Ecco, se volete un esempio di scommessa vincente questo potrebbe essere adatto. Il terreno dove pasteggiano le viti è fieramente vulcanico, con cospicua dote di scheletro. Facile prevedere dei vini dall'accentuato carattere minerale e dalla sapidità degna di nota. 

Andrebbero spese due parole sull'uva fiano. Questa è un'uva troppo sottovalutata, ma davvero. I vini a base fiano hanno tutto: freschezza, sapidità, eleganza, profumo, carattere, corpo, longevità; Il fiano legge il territorio con radici e foglie e, saggio come un Tom Morello, se lo porta appresso nella bottiglia. Eppure ancora non mi capacito di come non siano capillarmente diffusi in tutta Italia, di come non sia facile trovare un Fiano in una carta dei vini. Sapete che c’è? Va bene così, rimarrà cosa tra appassionati e voi consolatevi col Gewürztraminer. E non ve le meritate certe cose! E che cavolo!

 



La Particella 928 è solo una piccola porzione, 2800 ceppi, dei 2,5 ettari vitati a fiano della Cantina del Barone. Però questa vigna, totalmente riconcepita nel 2001,  deve avere un qualcosa di speciale se dal 2009 Luigi Sarno ha deciso di vinificarla separatamente.

Il processo di vinificazione parte con una pressatura soffice senza diraspatura, prosegue con fermentazione spontanea in acciaio per un paio di settimane, continua con un affinamento sur lie per circa 7 mesi e culmina con altri 4 mesi di bottiglia.

Il Fiano “Particella 928” 2018 nel calice è di un giallo paglierino carico e luminoso. 

Il profumo è molto intenso, una distesa di fiori (gelsomino e fiori d’arancio), agrumi canditi e pesca gialla, un grande sottofondo di cenere appena spenta, leggero zafferano e, udite udite, crostata alla crema (questa è quasi da “carciofino” ma, oh, io ce l’ho sentita).

In bocca questo Fiano lascia il segno: grande intensità, grandissima sapidità, freschezza ovviamente con la manina alzata, anche una discreta morbidezza al palato. Durevole persistenza gusto-olfattiva, con lunga scia sapida accompagnata da una leggera sensazione agrumata.

Nessun commento:

Posta un commento