Kornell – Alto Adige Pinot Nero DOC “Marith” 2019

 

Sete. Una gran sete. Il lascito delle recenti festività pasquali ha lasciato come strascico una discreta sete. E sì che non ci siamo fatti parlare dietro con le bottiglie, ci mancherebbe. Però, dopo un po’, il vino importante, ricco, corposo, non viene accolto con la stessa gioia. Per dirlo alla romana: stucca. E ciò che resta è la voglia di bere un bicchiere di vino sì buono, sì sfaccettato, ma più beverino, più amichevole.

Fortuna vuole che un gentil corriere recasse seco un pacco dell’ottima enoteca online atuttovino.it; un pacco contenente il vino in oggetto. Magnifico, grazie ragazzi.

L’Alto Adige è il porto sicuro di chi vuole bere buon vino e senza svenarsi. Preponderante sul mercato è il loro fantastico sistema di cantine sociali, dove l’uva viene pagata ai viticoltori non in base al peso ma in base alla qualità, permettendo la produzione di ottimi vini a prezzi contenuti. Ma non di sole cantine sociali vive il Südtirol, c’è anche chi fa tutto in proprio: pianta le viti, le pota, le vendemmia, pigia l’uva, assiste alla fermentazione, affina, imbottiglia, etichetta, impacchetta, vende e poi si deve anche sentir dire “beato te che lavori nella natura”.

Uno di questi pazienti esseri umani (perché solo se sei paziente puoi fare il vignaiolo) è Florian Brigl, il quale nel 1996 decide di farsi carico della tenuta di famiglia. Ah, nel ’96 Florian aveva 21 anni. Io, a quell’età, vaneggiavo ancora di un possibile incremento di minutaggio (leggasi = entrare in campo per almeno 5 minuti) nella mia squadra di basket nel campionato CSI laziale; Florian assumeva la direzione di una tenuta di 15 ettari. Inizialmente proseguono la loro attività di conferitori, per poi decidere nel 2001 di vinificare ed imbottigliare totalmente in proprio. Nel 2001 Florian ha 26 anni. Vogliamo esser cattivi e continuare il paragone tra me e il buon Florian su base anagrafica? No, ecco, bravi.

 


Il “Marith” è un vino DOC 100% pinot nero, o blauburgunder come viene chiamato in Südtirol. Le uve provengono dai terreni ricchi di porfido della tenuta Kornell, in località Mazzon e Caldaro, a 250 m s.l.m. su pendii esposti ad ovest. La sua lavorazione prevede fermentazione in botte grande ed affinamento per 6 mesi nel medesimo contenitore. 

Il vino nel calice è di un rosso rubino brillante, di colore scarico ma di trasparenza cristallina. 

Appena stappato il naso è un po’ burbero, prevalentemente terroso e con una punta di selvatico. Dategli qualche momento, in fin dei conti l’avete svegliato, ci sta che non abbia voglia di parlare con nessuno. Passano pochi minuti ed è tutta un’altra musica: amarena, fragoline, tanti lamponi, uno splendido sentore di rosa, nota ematica e di pietra focaia, intensa speziatura (pepe rosa, cumino ed anice stellato); verso il finale si percepiscono cenni di liquirizia e di polvere di caffè.

La bocca è prevedibilmente fresca, leggiadra, con un piacevole sentore amaricante bilanciato dal sapore fruttato e leggermente speziato del vino. Buona persistenza, un vino di enorme facilità di beva.

 


Nessun commento:

Posta un commento