Les Crêtes – Valle d’Aosta DOC Pinot Nero 2018. Il Pinot Nero di montagna.

Per questo vino mi sento di chiamare sul banco degli imputati uno dei miei Maestri del corso sommelier FIS, Antonio Abbate. Tenne la lezione sulla Valle d’Aosta, nominò il Pinot Nero tra i vitigni locali e disse che quelli valdostani sono tra i migliori Pinot Nero in Italia. E io, con un’indicazione del genere nel cervello, non ti vado ad indagare? Quindi eccomi che sottraggo allo scaffale dell’enoteca un Pinot Nero di una delle aziende più note della Valle d’Aosta, Les Crêtes. 25 ettari vitati con varietà locali (Fumin, Petit Arvine, Prié Blanc, etc.) ed internazionali.
Certo, ogni recriminazione sul Pinot Nero fuori dal terreno elettivo di Borgogna è compresa e comprensibile. Eppure lo stesso vitigno piantato alle altitudini valdostane, su terreni di origine morenica, dà luogo comunque ad un vino ottimo, dove è soprattutto il profilo olfattivo a catturare l’attenzione. 
Les Crêtes – Valle d’Aosta DOC Pinot Nero
Questo Pinot Nero, dopo 8-10 giorni di fermentazione a contatto con le bucce, viene affinato 6 mesi in acciaio e poi imbottigliato. Dunque nasce come vino immediato, tutto e subito. Non chiede di essere aspettato, non promette vita eterna e non vuole rivaleggiare con il Romanée-Conti. Rosso rubino-porpora, il naso è di un fruttato intensissimo, come ci si può aspettare da viti che fanno la nanna in posti freschini come la valle della Dora Baltea. Protagonista assoluta è la fragola, con cenni di frutti di bosco a corredo. Presenti anche cenni di noce moscata e di china, con un sottofondo costante che il mio linguaggio forbito non ha esitato a definire “di friccichino”, una sensazione minerale dovuta certamente all’origine granitica del suolo valdostano (se così non fosse, lasciatemi sognare per favore). Beva agile, bocca fresca e persistente e tannino praticamente assente, finale lievemente amaricante. Ottima bevuta estiva.

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